Caterina Codato
In collaborazione con la Cooperativa culturale Mairania 857
L’iniziativa fa parte del programma degli eventi organizzati dal Comune di Merano nell’ambito della Giornata della donna 2025.
7-21.03.2025
Opening: 07 March 2025, 18.00
Exhibition: 07-21 March 2025
Opening times: Monday-Saturday 15:30 - 22:30
FREE ENTRANCE
Centro per la Cultura - via Cavour 1 - Merano
"Guardare l’arte e le opere di altri artisti attraverso la fotografia, genera nuove narrazioni. Inquadrature, tagli e sfocature attivano una trasfigurazione del dipinto originario facendolo approdare a un differente piano compositivo e simbolico.
In un gioco di velature e svelature, posso finalmente rivolgermi al fruitore senza alcun timore di palesare i segni identificativi della mia vicenda esistenziale".
Caterina Codato
"Per mezzo di sguardo immacolato" è un lavoro fotografico composto da 20 immagini realizzate nel 2023 alla Pinacoteca Martini di Cà Rezzonico, Museo del 700 Veneziano.
“NO, non ci si deve avvicinare troppo a queste immagini, pretendere di guardarle da troppo vicino con arroganza o superficiale noncuranza.
Per accogliere e comprendere alcune storie occorre alzare il livello di attenzione, mantenere una rispettosa distanza che consenta non tanto di guardare quanto di presagire, contemplare, liberare la mente, mettendosi in ascolto e tentare, seppure con fatica, di affinare la percezione. In silenzio. Solo per mezzo di uno sguardo “immacolato” è possibile accordarsi all’armonia sussurrata di queste delicate e soffuse rappresentazioni ed ascoltare la pacata sensualità dei dettagli senza malizia, equivoci o fraintendimenti.
I particolari intimi, i drappeggi estrapolati dai corpi raffigurati nei preziosi dipinti custoditi nella Pinacoteca “Egidio Martini” presso il Museo del Settecento Veneziano di Cà Rezzonico, diventano, per mano dell’autrice, simboli ancestrali, frammenti di un codice segreto, preziose tessere di un enigma che palesa l’urgenza di disvelarsi, con femmineo pudore.
Un insieme di immagini delicate, timide a palesarsi, esitanti di lasciarsi riconoscere, solo apparentemente confuse ed ingannevoli, compone un caleidoscopio che a prima vista appare nascondere, dissimulando, la verità, ma intrinsecamente la scopre con pura e manifesta semplicità.
Scene mitologiche, ritratti, soggetti religiosi e allegorie vengono frammentati, indagati e ricomposti secondo una nuova sintassi, elegante e al tempo stesso sensuale. Le superfici intime dove l’epidermide è più sensibile, vulnerabile, fragile fluttuano come sospese raccontando del tumulto, della lotta, della paura, dello sfinimento, del dolore, fino alla resa e all’oblio, innescando un cortocircuito emotivo tra ciò che la realtà rappresenta e ciò che invece l’immaginazione suggerisce.
Nelle immagini di Caterina Codato i contorni diventano vaghi, sfumati, le linee appena tratteggiate, i colori pacati che non abbagliano, ma sussurrano. I gesti sono quieti morbidi, le forme si sciolgono in movimenti indefiniti, la pelle trema per un brivido segreto, un istante che non vuole farsi cogliere nella sua cruda e selvaggia concretezza. Sono figurazioni permeate dal fascino dell’indefinito e dell’indefinibile che attingono ad un linguaggio pittorico colto per cogliere e narrare il silenzio e la solitudine, la scissione tra la presenza fisica e stato mentale.
L’intervento artistico prende il sopravvento sulla riproduzione tecnica. L’utilizzo consapevole ed attento di quello che comunemente viene ritenuto un difetto della visione e, conseguentemente, della rappresentazione fotografica diviene in questa raffinata narrazione atto artistico, canone espressivo ed interpretativo di un intimo vissuto in difficile equilibrio tra accettazione, riserbo, silenzio e necessità di liberazione”.
Stefania Lasagni
__________________
Caterina Codato, nata nel 1968, intraprende il percorso artistico nel 2009 con la produzione di una serie di lavori in cui convergono tecniche e linguaggi diversi.
Si forma alla Scuola Internazionale di Grafica di Venezia dove segue dapprima le lezioni di acquerello e studio della figura di Matilde Dolcetti, Sergio Bigolin e Rainer Mordmuller e successivamente acquisisce le tecniche di incisione, del libro d'artista e di calligrafia lavorando, tra gli altri, con Roberta Feoli, Mandy Bonnel, Tehri Hursti, Carol DuBosch, Loretta Cappanera, Caroline Koenders, Andrea Buffolo e Franco Vecchiet.
Nel 2016 lavora con il Premio Nobel Dario Fo e realizza degli acrilici su tela esposti nello stesso anno al Museo Archeologico di Altino (Venezia) ed ora di proprietà del MusaLAb.
Nel 2017 si avvicina alla fotografia lavorando con i fotografi Gianpaolo Arena, Fred Huning, Andrea Buffolo, Reiner Riedler, Efrem Raimondi.
Nel 2020 approfondisce le tecniche incisorie less toxic e di stampa con materiali di recupero seguendo le lezioni delle artiste Roberta Feoli ed Anna Benedini e realizzando una serie di monotipi, trace monotype e collagraph.
Dal 2021 inizia a seguire le lezioni e i laboratori sulla fotografia tenute dalla storica e critica della fotografia Laura Manione, che diventa curatrice del progetto "Zero".
Il progetto viene esposto nell'aprile 2022 a Venezia negli spazi di Palazzo Dandolo Parisi già sede della Biennale d'Arte.
Nel 2022 lavora con Laura Manione al progetto fotografico "Pietre" presentato al Museo Archeologico Nazionale di Aquileia nell'ambito di Archivissima 2023 e l'anno successivo produce i due progetti fotografici "Alcova" e "Boke".
Nel 2023 produce il progetto fotografico "Per mezzo di sguardo immacolato" che vince lo stesso anno l'ultima tappa di Portfolio Italia a Colorno ed entra tra i primi dieci nella finale. Il progetto viene esposto al CIFA Centro Italiano della Fotografia d'Autore a Bibbiena. Il progetto, con la curatela di Laura Manione, viene esposto nel 2024 alla SG Gallery a Venezia.